Italia Pil in calo, debito in aumento, paura per nuova ondata coronavirus

Il Pil in calo preoccupa non poco. Il debito pubblico italiano è al 158%, ma l’Ocse stima che nel caso in cui si dovesse verificare una nuova pandemia, che alcuni mettono in conto per l’autunno, potrebbe addirittura arrivare al 170%. Il Pil del nostro paese poi nel corso di questo sfortunato 2020 crollerà del 14% e secondo stime attendibili non tornerà a salire prima del 2021 e comunque lo farà solo di un 5,3%. Se però si riuscisse a sconfiggere il Covid-19 scongiurando un suo ritorno, si potrebbe recuperare nel 2021 un 7,7%.

Queste sono le prospettive economiche dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e ovviamente preoccupano non poco.

Da più parti si parla, orma quotidianamente di ripresa, ma in molti settori questa fatica non poco a concretizzarsi, come nel turismo, uno dei comparti più duramente colpiti dalla pandemia e dalle sue conseguenze. Lo scenario del cosiddetto “doppio impatto”, ovvero di un ritorno del virus in autunno, potrebbe mettere definitivamente in ginocchio tante PMI.

Il turismo rischia una riduzione significativa nel medio termine con prospettive economiche poco incoraggianti. Per accelerare la ripresa va tenuta alta la guardia nel confronti del Covid, va limitata la disoccupazione e vanno sostenuti in tutti i modi i settori più colpiti dalla crisi.

Se la ripartenza non sarà degna del suo nome, il periodo 2020-2021 sarà testimone del peggior risultato dell’economia italiana dalla fine della seconda guerra mondiale. Le conseguenze potrebbero essere tragiche per tante imprese, così come per tante famiglie.

Già prima del lockdown, con il Pil in calo il reddito medio degli italiani era fermo ai livelli del 1999, nel peggiore scenario possibile, con il fallimento della ripartenza e il ritorno del virus in autunno, potrebbe far registrare una perdita che lo farebbe indietreggiare ancora portandoci ad essere una delle cenerentole d’Europa.

L’unico dato che in questo momento difficile e all’insegna dell’incertezza, pare dare un po’ di speranza (anche se dipende da come lo si legge) è quello sul risparmio delle famiglie. Gli italiani da sempre amano il risparmio e dal 2016 ad oggi mediamente riuscivano ad accantonare circa il 10% delle loro entrate, percentuale che ora, vista la situazione di forte incertezza è salita al 16%.

Per risparmiare di più gli italiani però in molti casi consumano di meno e questo come ovvio può rivelarsi un problema per aziende già fortemente in affanno.

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