Coronavirus: secondo uno studio un metro di distanza potrebbe non bastare per essere al sicuro

Sin dall’inizio della diffusione del coronavirus in Italia gli esperti ci stanno consigliando di mantenere sempre la distanza minima di 1 metro con le persone per ridurre al minimo il rischio che possiamo infettarci. Ma oggi uno studio riportato da Ansa e condotto dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), Università di Bari (UniBa) e Università di Bologna (UniBo), ci dicono l’esatto contrario: che un metro di distanza potrebbe non bastare ad evitare il contagio.

Gli autori hanno condotto lo studio con metodo scientifico basandosi sulle evidenze. In particolare sul fatto che i virus possano diffondersi nell’aria trasportati dalle polveri e che vi restano attivi per alcune ore.

Per questo si è arrivati alla conclusione che in casi di elevati livelli di polveri sottili nell’aria, un metro di distanza tra le persone è necessario ma potrebbe non bastare per essere al sicuro dai virus sia in ambienti esterni che interni.

Occorre dunque per arginare i rischi ridurre le emissioni di PM10 al minimo e non basta soltanto fermare le auto per farlo ma c’è la necessità di fermare o ridurre anche le altre potenziali sorgenti.

Questa ricerca, se veritiera, potrebbe anche giustificare il perché il virus si stia propagando in modo più repentino in regioni come la Lombardia e il Veneto, che sono alcune delle zone dove la qualità dell’aria è più bassa a causa dell’altra concentrazione di smog dovuta principalmente al forte numero di industrie presenti in zona.

Quello che si può fare per ridurre al minimo i rischi è utilizzare la mascherina quando si esce di casa e cercare di mantenere sempre una distanza minima di un metro tra le persone.

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