Coronavirus: si va verso la chiusura anche oltre il 3 aprile

Questa è considerata la settimana decisiva per la lotta alla diffusione del coronavirus in Italia. Qualche settimana fa la nazione contava i primi casi positivi provincia di Lodi, poi il Veneto, infine la Lombardia e poi, poco alla volta, tutto il Paese. Il governo Conte ha adottato i primi provvedimenti restrittivi prima in Lombardia, poi estendendo la zona rossa a tutta la penisola.

Entro fine settimana capiremo se tali misure restrittive abbiamo portato i loro frutti e se la curva del contagio subirà una flessione. Ma anche se dovessero esserci i primi segnali di calo del Covid-19, resta improbabile un ritorno alla vita di tutti i giorni dopo il 3 aprile. Quel giorno infatti non sancirà la riapertura delle attività.

Coronavirus: necessario guardare al modello Cina

Potrebbe infatti rendersi necessario un prolungamento della chiusura delle scuole e di quelle attività definite non essenziali. E’ necessario guardare al modello Cina che con le sue aperture graduali nel tempo potrebbe aver scongiurato la diffusione di quella che poteva trasformarsi in una vera e propria epidemia.

Anche il ministro dei trasporti De Micheli non ha escluso la possibilità che le misure restrittive vengano prolungate anche oltre il 3 aprile. Intanto nelle singole regioni i diversi governatori la pensano in modo diverso. Zaia, governatore del Veneto chiede che vengano fatti tamponi a tappeto su tutta la popolazione per individuare e isolare i casi asintomatici in modo da scongiurare la diffusione del contagio. In Campania, che è una delle regioni che più sta subendo un aumento di casi positivi in questi giorni, De Luca, ha dichiarato zona rossa altri 4 comuni e ha chiesto l’intervento dell’esercito contro gli assembramenti e la trasgressione dei divieti. In Calabria, Jole Santelli ha ridotto il trasporto locale e ha chiuso due paesi che hanno registrato diversi casi.

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